In repertorio
La Vittima
LA VITTIMA
Liberamente ispirato a Das Brandopfer di Albrecht Goes
Regia Damiano Grasselli
con Damiano Grasselli, Viviana Magoni
“Questo è il mondo.
La grande macina che distrugge i corpi e le vite.
Ma ci sono anche certe piccole, certe infime risorse dell’uomo:
Possiamo dare una fetta di torta a due bambini,
Far giungere a qualcuno un foglio di carta da involgere
O accettare una carrozzina quando tutto sta per finire.
Anche questo possiamo fare.
Un’ora di fiducia.
Un respiro di pace”
La grande macina che distrugge i corpi e le vite.
Ma ci sono anche certe piccole, certe infime risorse dell’uomo:
Possiamo dare una fetta di torta a due bambini,
Far giungere a qualcuno un foglio di carta da involgere
O accettare una carrozzina quando tutto sta per finire.
Anche questo possiamo fare.
Un’ora di fiducia.
Un respiro di pace”
1947. Una città della Germania.
Una misteriosa macellaia con uno sfregio sul volto: la signora Walker.
Una giovane ebrea riuscita a salvarsi dall'orrore: Sabina.
Una misteriosa macellaia con uno sfregio sul volto: la signora Walker.
Una giovane ebrea riuscita a salvarsi dall'orrore: Sabina.
Un bibliotecario che ne ascolta le voci.
La signora Walker delicatamente rievoca quel che i suoi occhi di tedesca hanno dovuto vedere: la guerra, l’impietoso odio nazista, ma, anche e soprattutto, l’amore impossibile, quello per la vita e per la possibilità di salvare in essa qualcosa di grandioso, la speranza.
Scena
Chiedere al teatro di dire il mondo è una sfida strana, il più delle volte, impari: il teatro è nulla rispetto a ciò che ci circonda e alla bestialità umana.
Di fronte a tutto questo il teatro può solo essere poesia in forma di suono. Possono restare soltanto le parole di Goes, prive di aggiunte, di sospiri, ansie, commozioni… puro suono.
In scena un uomo e una donna. La luce è molto debole, l’atmosfera intima e confidenziale.
La narrazione viene scandita da alcune canzoni del periodo nazista.
Solo suono, nulla più…
Di fronte a tutto questo il teatro può solo essere poesia in forma di suono. Possono restare soltanto le parole di Goes, prive di aggiunte, di sospiri, ansie, commozioni… puro suono.
In scena un uomo e una donna. La luce è molto debole, l’atmosfera intima e confidenziale.
La narrazione viene scandita da alcune canzoni del periodo nazista.
Solo suono, nulla più…